Pur trattando della Germania durante il periodo tra le due guerre mondiali, pur accennando ai partiti Nazional Socialista e Nazista, pur nominando Hitler e alcuni gerarchi nazisti, quella che segue è solo l’analisi di un aspetto di politica monetaria senza nessun coinvolgimento pro o contro la politica e l’ideologia presente in Germania in quel periodo. In breve, è il sunto di come una nazione sconfitta e dilaniata dalle rivendicazioni dei vincitori sia riuscita in pochi anni a diventare una potenza economica e industriale grazie alle idee di un banchiere di religione ebraica e massone. Buona lettura.

Nel novembre 1918 la Prima Guerra Mondiale era finita con la sconfitta degli Imperi Centrali, Ottomano, Austro-Ungarico e Tedesco. All’epoca la Germania era un Impero formato da vari stati uniti sotto un unico Imperatore, Guglielmo II, che con la sconfitta fu estromesso dal potere e si rifugiò in Olanda in pensione. Sei mesi dopo nacque la Repubblica di Germania, detta anche di Weimar dal nome della città della Turingia dove fu scritta la nuova Costituzione, retta da un parlamento e da un Presidente della Repubblica che nominava il capo del Governo. Parlamentari e Presidente erano eletti a suffragio universale, anche dalle donne.

La sconfitta portò la Germania ai trattati di pace di Versailles del 1919, ovvero alla conta e alla definizione di quanto avrebbero dovuto pagare i tedeschi sia con cessioni di territori che in termini politici e monetari. Più che accodi a Versailles le potenze vincitrici dettarono ai vinti, cui era proibito controbattere, le condizioni in cui avrebbe dovuto vivere la Germania nel futuro, condizioni che prevedevano la cessione della flotta al Regno Unito, l’abolizione della leva militare, la cessione dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, la cessione di quasi tutto l’oro della banca centrale, i termini per l’emissione di buoni del tesoro e il pagamento di 33 miliardi di dollari di danni di guerra entro il 1988.

Non pochi notarono e commentarono negativamente l’assurdo economico di imporre il pagamento di 33 miliardi ad una nazione il cui valore in terreni, immobili e industrie ammontava a 11 miliardi ma la delegazione Usa guidata dal Presidente Wilson, e nella quale si contavano 140 persone di religione ebraica su 145 delegati, fu inamovibile: la Germania era la prima e principale colpevole della guerra e doveva pagare.

In base agli accordi di Versailles nel Consiglio d’Amministrazione della Reichsbank, la Banca Centrale tedesca, sedevano quattordici persone, sette delle quali erano esperti economici provenienti dai paesi vincitori, scelti non dai governi ma dalle banche private. All’epoca per ogni banconota emessa doveva esistere un equivalente in oro nelle casse della banca emettitrice e, per approfittare della situazione e favorire gli investitori e le banche straniere, il CdA della Reichsbank decise di emettere moneta senza nessun sottostante in oro. Il valore del marco crollò e l’inflazione andò alle stelle. Mentre gli investitori inglesi e americani compravano per un pugno di mosche il fior fiore dell’industria e dei terreni tedeschi per il popolo fu la catastrofe. Il valore degli stipendi crollò a zero e con una borsa di banconote si comprava una patata. 


Effetti dell’inflazione provocata dalla Banca Centrale:
un francobollo da 5 marchi vale 2 milioni.
Collezione dell’autore

La nuova repubblica tedesca si trovò in pochi mesi a lottare contro il crollo del valore del marco, il crollo della produzione agricola e industriale, e la mancanza di lavoro. Mancava tutto, dagli alimenti ai beni essenziali, il 20% degli operai era disoccupato. Milioni di persone erano affamate e vivevano in baracche perché le loro case erano state sequestrate dalle banche. Gli scioperi e le manifestazioni erano all’ordine del giorno.

I trattati di Versailles furono vissuti come un’assurda imposizione e una cessione del potere agli strozzini internazionali ma il governo non poteva fare niente, non aveva potere sulla Banca Centrale. Non sapendo più cosa fare per fronteggiare la situazione il governo chiese aiuto a un banchiere ebreo e massone.

Hjalmar Schacht era nato nel gennaio 1877 e si distingueva per il suo aspetto sempre uguale e impeccabile, la sua cultura e genialità, e per la sua arroganza. Atleta pluridecorato a 32 anni era già direttore della Dresder Bank e nel 1914 era controllore delle finanze del Belgio occupato.

Hjalmar Schacht

Il 13 novembre 1923 Schacht viene nominato Commissario alla moneta, una carica fino allora inesistente, e si sistema con una segretaria in un locale destinato alle inservienti delle pulizie del Ministero delle Finanze. Da quella stanza al pian terreno Schacht, grazie alle sue conoscenze, riesce a riaprire gli accordi economici di Versailles, a confondere gli esperti dei paesi vincitori, a prendere il controllo della Reichsbank e a sospendere i pagamenti dei debiti di guerra per vent’anni. Vent’anni dopo era in corso la seconda guerra mondiale e la Germania continuò a non pagare i debiti. Alla fine della guerra la Germania fu divisa in due e nessuna delle due parti pagò mai nulla. Quando nel 1989 cadde il Muro di Berlino e le due Germanie si riunificarono pareva che nulla potesse più opporsi al pagamento dei debiti del 1920 ma … ma dal 1988 erano scaduti i tempi massimi per il pagamento dei danni di guerra e la Germania non pagò mai nulla.

Che poi la Germania abbia urlato a Grecia e Italia che i debiti vanno pagati e che alcuni governi si siano inchinati a quelle urla, beh, questa è la riprova che a volte conoscere la storia avrebbe permesso di mettere a tacere qualcuno. Torniamo indietro.

In attrito col governo tedesco su come gestire la crisi finanziaria del 1929 l’anno dopo Schacht si dimette dalle sue cariche e resta in attesa degli eventi. Come da lui previsto il paese ricrolla nel caos e dopo tre anni la disoccupazione colpisce sette milioni di persone e le casse dello stato sono vuote.

Il 5 gennaio 1933 Schacht è a cena a casa di Göringcon Goebbels quando arriva Adolf Hitler che all’epoca era a capo di un partito di minoranza, il partito nazionalsocialista. Hitler parla del suo progetto per realizzare una grande Germania e il banchiere si rende conto che Hitler non ha un piano economico. Schacht percepisce che, se ben guidato, quel ex imbianchino può fare qualcosa per il paese e decide di aiutarlo. Raduna i suoi amici banchieri intorno al progetto nazista e appoggia Hitler presso il Presidente della Repubblica tedesca, il maresciallo Hindenburg. Il 30 gennaio Hindenburg nomina Hitler Cancelliere. Due mesi dopo ci sono le elezioni, Hitler conquista solo il 47% dei voti ma due giorni dopo il parlamento gli concede i pieni poteri. La dittatura nazista può avere inizio e Hjalmar Schacht, banchiere, ebreo, massone e mai iscritto al partito nazista, può dare libero sfogo alla sua idea monetaria.



Monete da cinque marchi con il profilo di Paul von Hindenburg

In piena crisi occupazionale e finanziaria Schacht, invece di prendere moneta in prestito dai banchieri internazionali, i famosi mercati, si concentra su un punto solo: il rilancio dell’intervento pubblico con la ristrutturazione degli edifici pubblici e privati, costruzione di nuove abitazioni, strade, ponti e delle prime autostrade del mondo. A ciò aggiunge la costruzione e ampliamento dei porti, dei canali e delle infrastrutture per prevenire gli allagamenti. 

Come abbiamo visto Versailles aveva di fatto tagliato le ali alla moneta tedesca e Schacht inventò un sistema di pagamento parallelo al marco emesso dalla Banca Centrale e quindi non soggetto alle restrizioni e al controllo dei banchieri internazionali.

Il geniale banchiere sapeva che ogni banconota è, a tutti gli effetti, una cambiale, una promessa di pagamento, perché come era scritto sulle vecchie lire: La Banca d’Italia pagherà al portatore l’equivalente di lire … In altre parole, chi usa una banconota non la porta in banca per farsi dare l’equivalente ma la può spendere perché il suo valore è garantito dallo stato che la accetta per il pagamento delle tasse. Al portatore, al cittadino, non interessa CHI ha EMESSO la banconota, interessa CHI la GARANTISCE. Ed ecco la genialata.

Hjalmar Schacht inventò la Metallurgische Forschungsgesellschaft, dalle cui iniziali deriva la sigla Mefo, un ente di ricerca metallurgica che non faceva ricerca perché non esisteva se non nelle stanze del Ministero del Tesoro, e che aveva l’unica funzione di emettere titoli, ovvero promesse di pagamento garantite dallo Stato, con le quali lo Stato pagava gli imprenditori. Questi a loro volta avrebbero potuto usare i MeFo come mezzo di pagamento verso i fornitori di materiali o scontarli alla Reichsbank. Se tutti fossero andati a farsi scontare i Mefo il gioco sarebbe crollato, ma siccome tutti avevano fiducia nel nuovo governo, siccome l’economia tirava e i Mefo davano un rendimento del 4% annuo, nessuno li portò in banca, si innescò un circolo virtuoso e l’economia esplose. In un anno l’edilizia triplicò e l’industria raddoppiò.

I Mefo divennero una sorta di Certificati Lavorativi, una valuta nazionale basata non sull’oro depositato nei caveau della Reichsbank ma sul lavoro svolto. Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta collegata all’oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti. Ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato, così sentenziava il capo del nuovo governo tedesco. I lavoratori erano pagati con questa forma di moneta che spendevano creando lavoro per altri lavoratori. Nel primo anno la disoccupazione si dimezzò, in cinque anni passò da 7 milioni a quattrocentomila persone e nel 1939 era praticamente zero. Con una politica di sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti

Coi Mefo il lavoro e il mercato interno erano sistemati, restava il grosso problema di come acquistare materie prime ed ecco un’altra idea: i creditori stranieri erano pagati o con marchi spendibili in Germania, o coi Mefo, oppure si adattavano a barattare le proprie materie prime con prodotti tedeschi, come fece la Standard Oil della famiglia Rockfeller che in cambio del petrolio era pagata con armoniche a bocca e orologi a cucù.

Tutto ciò avveniva al di fuori delle imposizioni dei finanzieri di Versailles e del controllo dei banchieri stranieri che presiedevano il CdA della Reichsbank, e ovviamente la cosa non piaceva a tutti perché [Hitler] si era impadronito del privilegio di fabbricare il denaro, e non solo il denaro fisico, ma anche quello finanziario; si era impadronito dell’intoccabile meccanismo della falsificazione e lo aveva messo a lavoro per il bene dello Stato. Se questa situazione fosse arrivata a infettare anche altri Stati, potete ben immaginare le implicazioni controrivoluzionarie. A lamentarsi di questa nuova visione monetaria non furono solo i comunisti sovietici ma anche i sionisti americani che il 6 settembre 1933 celebrarono un rito di morte contro Hitler e iniziarono una campagna di boicottaggio delle merci prodotte in Germania che durò fino alla fine della guerra e che alimentò il dissapore dei tedeschi per gli ebrei già nato con le imposizioni di Versailles. 

Nel 1935 il New Deal americano stentava ancora a partire e un banchiere Usa disse: Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario. Al ché, col suo classico sarcasmo,Hjalmar Schacht rispose: Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario. 

L’economia tedesca volavae dal 1935 in poi, la Germania iniziò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, ed è questo che spiega la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni. La Germania finanziò il proprio governo e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro né debito, e fu necessaria l’unione di tutto il mondo capitalista e comunista per distruggere il potere della Germania sull’Europa e riportare l’Europa sotto il tallone dei banchieri.

Nel 1938 il banchiere di Hitler partecipò ad un tentato complotto per eliminare il dittatore ma per una serie di eventi, anche internazionali, non se ne fece nulla. Poco dopo Schacht fu esautorato, gli diedero un titolo di facciata e la carica di capo della Banca Centrale fu dato ad un fido di Goebels.  

Uscito di scena Schacht, che limitava l’emissione di Mefo, per sviluppare l’industria bellica in un anno l’emissione fu pari alla somma di tutti gli anni precedenti e continuò su quel ritmo fino al 1944. 

Ammontare delle emissioni di MeFo 

1934 2,14 miliardi di RM

1935 2,72 miliardi di RM

1936 4,45 miliardi di RM

1937 2,69 miliardi di RM (fino al 31 marzo 1938, quando Schacht si dimise da ministro)

1938 11,9 miliardi di RM

1939 11,4 miliardi di RM

1940 10,8 miliardi di RM

1941 10,1 miliardi di RM

1942 9,5 miliardi di RM

1943 8,8 miliardi di RM

1944 8,1 miliardi di RM

Finita la guerra al processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti, per la sua partecipazione al complotto, Schacht fu graziato ma non andò in pensione; alcuni anni dopo aprì una banca per proprio conto in Germania e si diede a prestare consulenze ai paesi non allineati come Egitto, India, Indonesia e Yugoslavia. Morì nel 1970 a 93 anni.

Cosa possiamo imparare dai MeFo

Nel 1932 in Germania circolavano banconote per un ammontare di 3,5 miliardi di Marchi, sei anni dopo l’ammontare era raddoppiato, 7,7 miliardi, ma la politica espansiva e la piena occupazione avevano tenuto stabili i prezzi senza provocare inflazione e i tedeschi avevano migliorato il proprio tenore di vita.

Non sto negando che il nazismo abbia usato la violenza per conquistare il potere ma voglio far notare che il consolidamento del potere lo ottenne grazie ad un piano di rilancio economico che permise ai tedeschi di passare in una manciata d’anni da una economia distrutta dalla crisi del ’29, con disoccupazione e miseria, ad una economia di benessere e totale occupazione, cosa che non riuscì né alla Gran Bretagna né agli Usa. 

La Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H aveva come unico socio la Reichsbank e grazie alla statalizzazione della Banca Centrale Schacht ebbe il controllo dell’emissione dei Mefo, una moneta che non era un peso per lo stato e che poteva produrre a costo zero. Oltre a ciò coi Mefo la Germania poté svicolare i paletti posti da Versailles e non dover ricorrere a nessun prestito straniero. Da buon ebreo Schacht ben sapeva che i guadagni della grande finanza internazionale dipendevano dai prestiti ad alto interesse emessi alle nazioni in difficoltà economica. I prestiti legavano il ricevente alle decisioni politiche dell’emittente che, da buon usuraio, non aveva nessuna intenzione di mollare la presa sul ricevente. Non a caso da 2500 anni nella Bibbia sta scritto tu farai prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni ed esse non domineranno su di te. E il banchiere tedesco, da buon ebreo, conosceva la Bibbia.

Altra politica economica vincente fu il pagamento delle materie prime con moneta che poteva essere usata solo in Germania, e quindi incrementando la produzione e il benessere dei tedeschi. Oltre a ciò le transazioni economiche, non passando più attraverso il sistema bancario e finanziario internazionale, erano alleggerite del peso dell’intermediazione e il commercio ne beneficiava.

Con la statalizzazione della Banca Centrale lo stato si era reimpossessato del controllo monetario all’interno dei propri confini, ma non era sufficiente. Serviva una nuova forma di moneta libera dalle restrizioni e dal controllo dei banchieri internazionali, una moneta gestita e garantita dallo stato, e inventarono i Mefo, titoli di credito emessi da un’azienda fantasma che non era mai esistita se non nella mente del suo inventore, ma che essendo garantiti dallo Stato tramite la Banca Centrale erano equiparabili al marco con corso legale. Uniche differenze: non potevano essere usati per pagare le tasse, ma soprattutto non erano legati al sottostante in oro e non erano gravati da nessuna emissione a debito.

Hjalmar Schacht aveva capito che il denaro da solo non ha valore, che è solo carta stampata, che non è la quantità di oro o di moneta a dare valore ad uno Stato ma è lo Stato stesso a dare valore alla propria moneta; l’Italia della liretta del 1990 era la quarta potenza industriale del mondo, oggi con il forte euro si contende le posizioni col terzo mondo. Infine Schacht aveva capito che per il benessere dei cittadini la moneta deve essere dei cittadini, abbondante come l’acqua per i pesci, ed essere senza debito fin dalla sua origine. 

© Galileo Ferraresi, Alba Adriatica, 16 maggio 2021

Note:

1 Tra i commentatori Keynes, J.M., “Il problema degli squilibri finanziari globali. La politica valutaria del dopoguerra (8 Settembre 1941)”, in Keynes, J.M., “Eutopia”, a cura di Luca Fantacci, et. al. 2011, p. 43-55

2. Questa regola, chiamata Gold Standard, fu abolita dal Presidente Usa Nixon il 15 agosto 1971.

3. scontare in banca = scambiarli con altra forma di monete

4. In Hitler’s Monetary System, www.rense.com, che riprende C.C.Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949

5. Sheldon Hemry, Billions for the Bankers, Debts for the People, 1984

6. Henry Makow, Hitler Did Not Want War, www.savethemales.com Makow cita un interrogatorio del 1938 di C.G.Rakowsky, uno dei fondatori del bolscevismo sovietico e intimo di Trotzky. Secondo Makow questa fu la vera motivazione della Seconda Guerra Mondiale

7. John Weitz, Hitler’s Banker, Warner Books, 1999

8. Sheldon Hemry, Billions for the Bankers, Debts for the People (Miliardi per le Banche, Debito per i Popoli, 1984

9. Deuteronomio 15, 6

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