Moneta elettronica e ambiente

La moneta elettronica viene propagandata come la soluzione ai mali dell’Italia e un passo verso un mondo digitalizzato che consuma solo energia pulita ricavata dal vento e dal sole. Chiariamo un paio di cosette.

Se il problema dell’Italia fosse l’evasione fiscale, e il governo volesse veramente eliminarla, dovrebbe solamente cambiare l’impostazione della denuncia dei redditi e affiancare i privati alle imprese. 

Se gli italiani potessero scaricare ogni spesa farebbero come in altri stati dove ognuno mette in un contenitore lo scontrino e, al momento della dichiarazione dei redditi, si detraggono tutte le spese da quanto si è incassato. Sparirebbe il sommerso e sarebbero i cittadini i primi a richiedere lo scontrino per poter abbattere l’utile rimasto in cassa. Si semplificherebbero le dichiarazioni dei redditi e sparirebbe il lavoro illegale

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I Mefo bill, tra economia e storia

Pur trattando della Germania durante il periodo tra le due guerre mondiali, pur accennando ai partiti Nazional Socialista e Nazista, pur nominando Hitler e alcuni gerarchi nazisti, quella che segue è solo l’analisi di un aspetto di politica monetaria senza nessun coinvolgimento pro o contro la politica e l’ideologia presente in Germania in quel periodo. In breve, è il sunto di come una nazione sconfitta e dilaniata dalle rivendicazioni dei vincitori sia riuscita in pochi anni a diventare una potenza economica e industriale grazie alle idee di un banchiere di religione ebraica e massone. Buona lettura.

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Hastings, la vittoria di chi?

In Italia nessuno ne parla ma per l’Inghilterra è un evento che ogni inglese conosce: la battaglia di Hastings combattuta 950 anni fa, il 14 ottobre 1066, l’ultima volta che un esercito straniero mise piede in Inghilterra.

Da una parte erano schierati i residenti, gli angli e i sassoni, comandati da Harold II d’Inghilterra, in inglese Harold Godwinson, 44 anni circa, figlio di Godwin conte di Wessex, che da dieci mesi sedeva sul trono di Edoardo il Confessore.

Dall’altra c’è un normanno di 38 anni, il Duca Guglielmo il Bastardo, figlio di Roberto I di Normandia e di una tale Arletta che, a seconda degli storici, era figlia di un servitore, di un conciatore o di un preparatore di salme.

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Ci sono troppe tasse

Ci sono troppe tasse. Chi non ha mai sentito questa frase? Chi non ha mai pronunciato questa frase?

Chiariamo i termini. Le tasse sono prelievi diretti che lo stato preleva direttamente dalle tasche di ogni cittadino; le imposte sono prelievi indiretti che lo stato effettua senza il controllo diretto del cittadino.

Le tasse sono prelevate in seguito alla dichiarazione dei redditi

Le imposte sono prelevate tutte le volte che acquistiamo qualcosa, ad esempio l’Iva.

Le tasse sono specifiche per quella persona o azienda, le imposte sono uguali per tutti. Potremmo dire che le imposte indirette sono democratiche perché sono uguali per tutti, ma proprio qui sta la truffa. 

Non c’è nulla di più ingiusto del trattare nello stesso modo persone differenti. 

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Sogni

Sappiamo tutti che una delle cause principali della situazione in cui ci troviamo è la moneta, per essere più precisi, è la scarsità di moneta, e con essa la scarsità di una serie di beni materiali e immateriali sia sul piano individuale che statale. 

Una deli beni più importanti della nostra vita è il tempo, quella cosa che abbiamo non pochi problemi se la dobbiamo definire, ma che misuriamo e che conosciamo perfettamente quando non abbiamo tempo per fare una delle tante cose che vorremmo fare. Nel Medioevo si diceva che Dio dava il tempo gratis, e così, siccome c’era tempo, ogni oggetto della vita quotidiana era abbellito con ricami, incisioni o pitture; poi vennero Lutero, Calvino e Zwingli e il tempo divenne un bene economico, un bene che si poteva comprare o vendere con il nuovo dio: il denaro.

Se cinquant’anni fa non c’era tempo per fare quasi nulla oggi è peggio, siamo sempre in ritardo e le nuove tecnologie ci pressano continuamente per essere aggiornati, rispondere a messaggi, chat e al telefono. E se non si cambia qualcosa non pare che il futuro sarà migliore.

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Limiti mentali alla creazione di moneta

Quattro secoli fa Galilei presentò alla Serenissima Repubblica di Venezia il cannocchiale, uno strumento che, pur non avendolo inventato lui, grazie ad alcune sue migliorie era in grado di far avvistare terra o una flotta nemica prima e meglio di quanto fosse possibile ad occhio nudo.

Preparato lo strumento su una finestra i saggi e i politici della Repubblica guardarono nell’oculare ma, mentre alcuni vedevano una nave entrare in laguna, altri non vedevano nulla.

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La scorciatoia

La fine della quarantena metterà in evidenza i problemi e la fragilità del sistema economico preesistente. L’unica soluzione è avere più soldi, ma per darli a chi? E soprattutto: come fare ad avere soldi?

Sappiamo tutti che a volte, colti da una emergenza, invece di seguire la strada maestra decidiamo di prendere una scorciatoia; accade in montagna come nel traffico cittadino. Stessa cosa accade in economia monetaria.

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La moneta di facebook

Il 17 giugno Mark Zuckerberg ha presentato al mondo intero Libra, la nuova cripto valuta che sarà in esercizio tra un anno. Sapendo che Marck si muove solo per i propri interessi vediamo alcuni aspetti di Libra, sarà il lettore a stabilire quali siano i Buoni, i Brutti e i Cattivi della nuova idea di questo amato sionista.

Libra, una moneta virtuale di livello planetario pensata dal fondatore di Facebook

Iniziamo dal nome: Libra. Esattamente lo stesso nome della moneta coniata ed imposta da Carlo Magno 1.200 anni fa, e qui un poco di megalomania del fondatore di Faceboock ci sta, ognuno ha un proprio modello di riferimento e Marck ha scelto il suo: Carlo Magno, il fondatore dell’Impero dei Romani. 

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Le monete di stato

La moneta di stato è un biglietto cartaceo emesso dallo stato che non genera debito e che costa allo stato solo il valore della carta e dell’inchiostro utilizzati.

La banconota (la Nota del Banco) invece è emessa da una banca privata (come la BCE o Banca d’Italia), ed è moneta emessa a debito che lo stato si fa prestare dalle Banche Centrali e produce automaticamente debito obbligando lo stato a pagare il suo valore e gli interessi maturati e genera il Debito Pubblico. 

Considerato che lo stato italiano NON ha mai perso o rinunciato alla propria sovranità monetaria, non si capisce perché invece di produrre moneta se la faccia prestare; è come se una gallina invece di fare un uovo lo chiedesse in prestito ad un supermercato.

A questo punto solitamente il commento è: Se è così facile lo farebbero tutti.

E allora? Che facciano; l’importante è che lo facciamo anche noi!!

Ma per fare qualcosa bisogna prima decidere, e la decisione è più facile se si è in compagnia, ed ecco la seconda domanda: Ma c’è qualche altro stato che lo fa?

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