
Alexander Fraser Tytler, Lord Woodhouselee
(Edimburgo 15 ottobre 1747 – 5 gennaio 1813)
Immagine dalla wiki inglese
Un pensiero su Alexander Fraser Tytler (1747 – 1813)
Come già sostenuto da millenni anche per lui tutto ha una ciclicità: i pianeti ruotano ciclicamente attorno al Sole, le stagioni, il giorno e la notte. Le piante crescono, si sviluppano e muoiono, come pure gli esseri umani. Il cibo mangiato si emette e diventa concime che produce altre piante e altro cibo.
Esistono i cigli dell’acqua che evapora, diventa nubi e torna come pioggia, e quello delle maree. Tutto segue la legge di Antoine Laurent de Lavoisier: Nulla si crea, nulla si distrugge: tutto si trasforma.
Tutto ciò, che era un dato assodato per le antiche civiltà, negli ultimi secoli si è disperso sia a causa del basso livello dell’istruzione, cui consegue un basso livello intellettuale e la crescente ignoranza, sia per il pensiero giudaico cristiano che vede le cose non in maniera ciclica ma lineare.
A ciò si aggiunga che la società industriale porta l’uomo a credere di essere sempre più distante e disconnesso da tutto ciò che è naturale e a identificarsi sempre più con la tecnologia, come se potesse in qualche modo fuggire alle regole generali dell’umanità.
In questa situazione dove l’essere umano si è quasi scordato del proprio passato, può essere utile recuperare il pensiero di Tytler sui cicli delle civiltà.
Servitù
Il ciclo inizia con la servitù, il periodo in cui il popolo subisce l’oppressione del potere del momento. Sono i Tough Times, i tempi difficili e duri, il periodo più difficile nel quale troviamo carestie, controllo delle masse, malattie, guerre e l’illegalità è legge.
Fede divina
Segue la scintilla che porta alla speranza di un cambiamento e il popolo segue questa flebile fiamma cercando il proprio benessere. Ovviamente questa scintilla non è solamente un Dio, può essere una semplice speranza, un misticismo, un afflato spirituale o teorico verso il quale tende la popolazione.
Coraggio
È l’elemento col quale si inizia a combattere per la libertà. In questo periodo il popolo oppresso passa all’azione, cerca di liberarsi dalle catene e iniziano gli scontri tra gli oppressi e gli oppressori. È in questo periodo che nascono i miti salvifici come Mosè ma anche persone reali come i capi delle rivoluzioni.
Libertà
Se la rivolta popolare vince ecco la fase della libertà. Le libertà ottenute duramente aprono le vie della prosperità e la durezza della lotta permette alle generazioni seguenti di godere di libertà e di diritti sconosciuti alle generazioni precedenti.
Abbondanza
Queste nuove generazioni vivono nell’abbondanza non solo materiale ma anche di pensiero, di arte e cultura in genere. Si realizzano grandi invenzioni, scoperte, c’è abbondanza di cibo, energia e beni materiali che permettono anche al popolo di acquisire una certa ricchezza.
Egoismo
L’abbondanza e l’opulenza portano lentamente all’egoismo. In un mondo senza difficoltà, dove non si lotta più, dove tutto è concesso, il solo motivo per vivere sono i beni materiali. Gli individui pensano sempre più solamente al proprio tornaconto, alla propria riuscita personale, all’accumulo di ricchezze e scordano, o deridono come antiquate e stupide, nozioni come il sacrificio, il dovere, il senso della comunità, la memoria.
Compiacimento
Questa società troppo egoista e troppo dolce, che offre un benessere che fa scordare tutto, porta al compiacimento. È allora che si inizia a scambiare la propria libertà per un po’ più di agiatezza. Si smette di ascoltare gli altri, ci si rifugia negli agi, non si prendono più posizioni, non si parla più né di sé né del mondo, si rifiuta di vedere la realtà per non dover prendere posizione.
Il mondo politico si trasforma in una mascherata dove tutti si scordano dei propri doveri politici, delle responsabilità. Se può servire per i propri interessi personali si comincia a calpestare il prossimo, e il prossimo si lascia calpestare per paura di conseguenze peggiori. Gli individui non si mettono mai in discussione: è sempre colpa degli altri e tocca sempre agli altri cambiare e intervenire.
Apatia
Alla fase precedente segue l’apatia. Per mollezza, indifferenza, depressione, ansia, l’individuo diventa sempre più incapace di reagire. Non si preoccupa più di cosa succede agli altri. Non è più legato al mondo che lo circonda. L’unico interesse è sé stesso. Tutti gli altri sono insopportabilmente differenti, sbagliati e fonte solo di problemi. In questa situazione larvale non esistono più idee di libertà e responsabilità; si rifuggono tutte le difficoltà e gli sforzi. Si diventa completamente dipendenti dal sistema e non si riesce più a vivere senza quel sistema. Non si hanno più le conoscenze e le competenze per creare qualcosa di nuovo o di antico, ma soprattutto non se ne ha più la voglia.
Progressivamente, e in maniera insidiosa, ci si ritrova in una nuova servitù, senza freni del potere sulle masse e dei forti sui deboli. Nessuno protegge dai soprusi, nessuno difende sé stesso e tanto meno gli altri. La società ritorna nel dramma iniziale: carestie, controllo delle masse, malattie, guerre, schiavitù, illegalità.
Analisi storica del pensiero di Tytler
Tytler inizia considerando il Rinascimento come il momento di fine della schiavitù del Medio Evo che portò alla fine delle monarchie totalitarie grazie ai Lumi della Regione che diedero una nuova speranza e che, grazie al coraggio, portarono alle Rivoluzioni americana e francese.
Poi lui morì e nei due secoli successivi le libertà conquistate portarono abbondanza, egoismo, alla Belle époque, a due guerre mondiali, e poi al compiacimento e all’apatia ed ora alla dipendenza in cui nessuno riesce a stare senza il cellulare, la moderna forma di cervello.
Tempi duri creano uomini forti
Uomini forti creano tempi buoni
Tempi buoni creano uomini deboli
Uomini deboli creano tempi duri.
Re Feisal d’Arabia
Il passo successivo sarà la schiavitù?
I potenti annunciano e preparano psicologicamente le masse a una nuova schiavitù.
Onu, WEF, annunciano che si ridurrà la popolazione a un miliardo.
Tutto ciò non può non spaventare, ma siamo sicuri che accadrà questo?
O è solamente una delle tante forme di terrorismo mediatico?
Mezzo secolo fa la sedicente scienza decretava il gelo su tutta la terra, la fine del petrolio nel volgere di venti anni e carestie che avrebbero affamato e ucciso la metà della popolazione terrestre.
Trent’anni fa l’odierno re d’Inghilterra diceva di aver calcolato che restavano solo 36 mesi prima della fine del mondo per eccesso di CO2, ma la realtà, che è la peggior nemica della sedicente scienza, dimostra che furono solo forme di terrorismo per indurci a scelte ideologiche senza basi.
Che fare?
Intitolava Lenin un secolo fa un suo libro.
Sono solo un uomo e non ho nessuna soluzione miracolosa
Non posso dire Cosa fare e cosa NON fare, non lo so neppure per me.
Ma ho qualche idea.
Non spaventarsi.
I cicli di Tytler sono una sua costruzione che, come dimostra la storia, può subire variazioni, accelerazioni, sommatorie di più cicli che portano a situazioni differenti e impreviste.
Siamo a un punto di non ritorno? Ad un crollo della civiltà?
Se non sarete totalmente dipendenti dallo stato, dai sistemi di controllo di massa tecnologici, ben difficilmente sarete ridotti in schiavitù.
Informatevi, parlate tra di voi e con altri, confrontate le idee.
Non siate passivi.
Cercate un’autonomia, una forma di indipendenza dallo stato.
Riappropriatevi di competenze e conoscenze che rendano indipendenti ed autonomi.
Decidete per la vostra vita in base alle vostre reali passioni.
Non vivete una vita che altri vi hanno imposto.
Non vi preoccupate dei giudizi altrui.
Non siate soli perché soli si è più fragili.
Allontanatevi dai paesi più decadenti, dittatoriali.
Cercate un luogo fisicamente sicuro.
Cercate e studiate i paesi con macro cicli differenti da questo.
Tutto ciò che porta autonomia e indipendenza è bene.
Non dubitate mai
che un piccolo gruppo di persone
possa cambiare il mondo
perché è sempre stato così.
Margaret Mead, antropologa
Galileo Ferraresi
25 maggio ‘25